S.r.l. o S.p.A.: quale forma societaria scegliere per la tua impresa

S.r.l. o S.p.A.: quale forma societaria scegliere per la tua impresa 

S.r.l. o S.p.A.? Scopri differenze, vantaggi e criteri di scelta tra le due principali forme societarie per scegliere quella più adatta alla tua impresa

La scelta della forma giuridica per la propria impresa è uno dei passaggi più critici e strategici nella vita di un imprenditore. In Italia, quando si opta per una società di capitali, il bivio principale è tra la Società a Responsabilità Limitata (S.r.l.) e la Società per Azioni (S.p.A.). Sebbene entrambe offrano il beneficio fondamentale della responsabilità limitata, esse rispondono a esigenze, ambizioni e strutture di business profondamente diverse. Comprendere le loro caratteristiche distintive è essenziale per una decisione consapevole e lungimirante. 

1. La responsabilità patrimoniale: un punto in comune 

Sia la S.p.A. che la S.r.l. sono “società di capitali”, caratterizzate dal principio dell’autonomia patrimoniale perfetta. Ciò significa che per le obbligazioni sociali risponde esclusivamente la società con il suo patrimonio. I soci, quindi, beneficiano della responsabilità limitata, rischiando solo il capitale conferito e proteggendo il proprio patrimonio personale da eventuali aggressioni dei creditori sociali. 

Esiste un’importante eccezione a questa regola che riguarda il socio unico. In caso di insolvenza della società, il socio unico di una S.p.A. o di una S.r.l. può essere chiamato a rispondere illimitatamente con il proprio patrimonio se non ha rispettato specifici obblighi, come l’integrale versamento dei conferimenti o gli adempimenti pubblicitari previsti dalla legge. 

2. Il capitale sociale: flessibilità vs. solidità 

Una delle differenze più immediate riguarda il capitale sociale minimo richiesto per la costituzione: 

  • Società a Responsabilità Limitata (S.r.l.): Questo modello si distingue per la sua notevole flessibilità. Il capitale minimo ordinario è di 10.000 euro, ma la legge consente di costituire una S.r.l. con un capitale anche inferiore, fino a un minimo di 1 euro. In questo caso, però, i conferimenti devono essere effettuati interamente in denaro e una quota maggiore di utili (un quinto) deve essere accantonata a riserva legale fino a quando il patrimonio netto non raggiunge i 10.000 euro. Esiste inoltre la forma della S.r.l. semplificata (S.r.l.s.), che permette una costituzione ancora più agevole con un modello standard inderogabile. Questa flessibilità rende la S.r.l. la scelta d’elezione per start-up, piccole e medie imprese. 
  • Società per Azioni (S.p.A.): La S.p.A. è pensata per iniziative imprenditoriali di maggiori dimensioni e richiede un capitale sociale minimo di 50.000 euro. Questo requisito più elevato non è solo una barriera all’ingresso, ma anche un segnale di maggiore solidità e affidabilità per il mercato, i fornitori e gli istituti di credito. 

3. Le partecipazioni sociali: quote “personali” vs. azioni “impersonali 

La natura della partecipazione sociale rappresenta una delle distinzioni più profonde tra i due modelli: 

  • S.r.l. e le quote: Nella S.r.l. la partecipazione è rappresentata da “quote“. A differenza delle azioni, le quote non sono di norma incorporate in un documento destinato alla circolazione e non possono essere oggetto di offerta al pubblico, se non in casi specifici e regolamentati come il crowdfunding. La vera forza della S.r.l. risiede nella possibilità di “personalizzare” le quote. L’atto costitutivo può infatti attribuire a singoli soci “particolari diritti” riguardanti l’amministrazione della società o la distribuzione degli utili. Questa caratteristica permette di modellare la governance sui rapporti personali tra i soci, valorizzando il loro ruolo individuale (la cosiddetta “centralità del socio“). 
  • S.p.A. e le azioni: Nella S.p.A. il capitale è frazionato in “azioni“, che sono partecipazioni standardizzate e omogenee. Le azioni sono per loro natura destinate a una circolazione più semplice e possono essere rappresentate da titoli (nominativi o al portatore). Questa struttura rende la S.p.A. il veicolo ideale per raccogliere capitali da un vasto pubblico di investitori e per accedere ai mercati regolamentati (la Borsa). L’azionista è tendenzialmente un investitore e il suo ruolo è più spersonalizzato rispetto al socio di S.r.l. 

4. La governance: autonomia statutaria vs. rigidità organizzativa 

Le differenze nella struttura delle partecipazioni si riflettono inevitabilmente sull’organizzazione interna e sulla governance: 

  • S.r.l. e l’autonomia: La riforma del diritto societario del 2003 ha voluto creare un modello di S.r.l. autonomo. Il legislatore ha puntato su un’ampia autonomia statutaria, consentendo ai soci di disegnare le regole di funzionamento della società in base alle proprie esigenze. Un esempio emblematico di questa centralità del socio è il potere di controllo individuale: ogni socio che non partecipa all’amministrazione ha il diritto di avere notizie dagli amministratori e di consultare tutti i libri sociali e i documenti relativi alla gestione. Può, inoltre, promuovere individualmente l’azione di responsabilità contro gli amministratori. 
  • S.p.A. e la struttura formale: La S.p.A. è caratterizzata da una struttura organizzativa più complessa e rigida, con una disciplina legale dettagliata e spesso inderogabile. La presenza di organi come il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale (o altri sistemi di controllo) è rigorosamente normata. Questa rigidità è una garanzia per i terzi e per la massa anonima di azionisti, specialmente nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio. La governance è più formale e meno influenzata dalle dinamiche personali tra i soci. 

Conclusione: quale modello scegliere? 

La scelta tra S.r.l. e S.p.A. dipende essenzialmente dalla visione e dagli obiettivi del progetto imprenditoriale. 

La S.r.l. è la forma societaria ideale per: 

  • iniziative con un numero ristretto di soci che intendono partecipare attivamente alla vita sociale; 
  • piccole e medie imprese, incluse quelle a conduzione familiare; 
  • start-up e progetti innovativi che necessitano di flessibilità e di una struttura personalizzabile; 
  • imprese che non prevedono di ricorrere al mercato del capitale di rischio in modo esteso. 

La S.p.A. è invece la scelta obbligata o preferibile per: 

  • grandi imprese con significative necessità di capitale; 
  • progetti che ambiscono a raccogliere capitali da un vasto pubblico di investitori; 
  • società che pianificano una futura quotazione in borsa; 
  • strutture in cui è richiesta una netta separazione tra proprietà (azionisti) e gestione (management), con un sistema di controlli formale e robusto. 

In definitiva, non esiste una risposta univoca. La S.r.l. offre flessibilità e personalizzazione, mettendo il socio al centro; la S.p.A. offre struttura e accesso al mercato, mettendo il capitale al centro. Una valutazione attenta del proprio modello di business, delle prospettive di crescita e della compagine sociale è il primo passo per costruire un’impresa su fondamenta solide e adeguate

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