La crisi d’impresa non è più un evento da subire passivamente, un preludio inevitabile alla cessazione dell’attività. Il legislatore, con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), ha introdotto strumenti moderni e flessibili che consentono all’imprenditore di affrontare le difficoltà in modo proattivo e costruttivo. Tra questi, spicca la composizione negoziata della crisi, un percorso volontario e stragiudiziale pensato per anticipare l’emersione delle difficoltà e favorire il risanamento aziendale.
Cos’è la crisi e come riconoscerla
Per comprendere l’utilità di questo strumento, è fondamentale capire cosa intende la legge per “crisi“. Non si tratta dello stato di insolvenza conclamata, ovvero dell’incapacità cronica di adempiere alle proprie obbligazioni. La crisi è una fase precedente, definita come “lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi“. Si tratta, quindi, di una valutazione previsionale che spinge l’imprenditore ad agire d’anticipo.
La legge stessa impone all’imprenditore, sia individuale che collettivo, il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato a rilevare tempestivamente i segnali di difficoltà. Questi “segnali di allarme” includono, tra gli altri:
- debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 giorni per un importo superiore alla metà del monte retributivo mensile;
- debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;
- esposizioni verso banche e intermediari finanziari scadute da oltre 60 giorni o che superano da 60 giorni i limiti degli affidamenti.
Riconoscere questi segnali non è un’ammissione di fallimento, ma il primo passo per una gestione responsabile e strategica della crisi.
La Composizione Negoziata: un percorso guidato e confidenziale
La composizione negoziata è uno strumento di ausilio che permette all’imprenditore che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario di avviare un percorso di risanamento. La procedura è interamente volontaria e, aspetto fondamentale, confidenziale, tutelando così la reputazione dell’impresa sul mercato.
Il percorso si avvia con la presentazione di un’istanza su una piattaforma telematica nazionale. A seguito dell’istanza, viene nominato un esperto indipendente, una figura terza e imparziale con il compito di agevolare le trattative tra l’imprenditore e i suoi creditori. Il ruolo dell’esperto non è quello di giudicare o imporre soluzioni, ma di mediare e assistere le parti nell’individuazione di una strategia di risanamento praticabile e vantaggiosa per tutti. Per svolgere il suo compito, l’esperto può accedere, con il consenso dell’imprenditore, a banche dati cruciali come la Centrale dei Rischi, e quelle dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS, garantendo una base informativa solida per le negoziazioni.
Tutte le parti coinvolte, debitore e creditori, sono tenute a comportarsi secondo i principi di buona fede e correttezza durante l’intera durata delle trattative.
I vantaggi concreti della procedura
Scegliere di avviare una composizione negoziata offre all’imprenditore una serie di vantaggi significativi, pensati per creare un ambiente favorevole alla ristrutturazione:
- misure protettive: su richiesta dell’imprenditore, il tribunale può disporre misure protettive del patrimonio. Questo significa che, per un determinato periodo, i creditori non possono avviare o proseguire azioni esecutive o cautelari sul patrimonio aziendale. Si crea così un “ombrello protettivo” che consente di negoziare con maggiore serenità, senza la pressione di aggressioni individuali al patrimonio;
- misure premiali: l’imprenditore che intraprende questo percorso e lo conduce a termine con esito positivo, anche se questo comporta l’accesso a uno strumento di regolazione della crisi, ha diritto a importanti benefici. Tra questi, spicca la possibilità di ottenere piani di rateazione straordinari per i debiti fiscali e contributivi;
- sospensione di obblighi societari: durante la procedura, vengono sospesi gli obblighi di ricapitalizzazione previsti dal codice civile in caso di riduzione del capitale al di sotto del minimo legale e non operano le cause di scioglimento della società per riduzione o perdita del capitale sociale.
Gli esiti possibili: verso il risanamento
L’obiettivo della composizione negoziata è trovare una soluzione idonea a superare la crisi. Gli esiti possono essere molteplici e flessibili, a seconda delle esigenze specifiche dell’impresa e degli accordi raggiunti:
- un contratto con uno o più creditori che formalizza un piano di rientro o altre intese;
- una convenzione di moratoria per dilazionare le scadenze dei pagamenti;
- un piano attestato di risanamento, un programma dettagliato le cui fattibilità economica e veridicità dei dati sono certificate da un professionista indipendente;
- un accordo di ristrutturazione dei debiti con i creditori che rappresentano almeno il 60% del ceto creditorio, che può diventare efficace anche per i non aderenti se omologato dal tribunale;
- l’accesso a uno degli strumenti di regolazione della crisi previsti dal Codice (come il concordato preventivo in continuità o liquidatorio), potendo beneficiare delle trattative già svolte e della relazione finale dell’esperto.
Anche nel caso in cui non si raggiunga un accordo, il percorso non è vano. La documentazione raccolta e l’analisi svolta con l’esperto costituiscono una base preziosa per accedere in modo più rapido ed efficace alle procedure giudiziali di risoluzione della crisi.
In conclusione, la composizione negoziata rappresenta un cambio di paradigma fondamentale: la crisi non è più una condanna, ma una sfida che può essere gestita con gli strumenti giusti.